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Ordinazioni e Regolamenti della Deputazione dei Regno di Sicilia vedi a schermo intero

Ordinazioni e Regolamenti della Deputazione dei Regno di Sicilia

raccolti e pubblicati per ordine della sacra real maestà di Ferdinando III

2010, pp. 408

curatore: Andrea Romano

introduzione: Vittoria Calabrò

ristampa anastatica dell'edizione di Palermo del 1782

Il processo di modernizzazione, in chiave di riformismo assolutista, promosso dalle principali dinastie nell’Europa del XVIII secolo, già con Carlo III di Borbone, non lascia immune la Sicilia, incontrando però non poche resistenze nei corpi e nei ceti tradizionalmente egemoni contrari ad ogni cambiamento che potesse intaccare il proprio status privilegiato, tanto sociale quanto economico.

Nell’Isola si afferma e diffonde, anche con il supporto dei giuristi e vigorosamente sostenuto dal baronato, un accentuato “sicilianismo” con il quale la Monarchia deve fare i conti. Quelli che sostanzialmente, sono privilegi baronali, “ideologicamente”, s’interpretano e fanno valere come “diritti della nazione” e il ceto baronale (anche ricorrendo al mito) dichiara il proprio ruolo politico di “rappresentante della Nazione” rivendicando la capacità di difesa di quei diritti. Il Monarca è concretamente un tertiius che governa solo in forza di un pactum con la “Nazione”, che vede i propri diritti, ovvero la sua “costituzione storica” dichiarati e difesi dal Parlamento (istituzione non permanente, normalmente di convocazione triennale) e dalla Deputazione del Regno di Sicilia (magistratura di durata triennale funzionante in assenza del Parlamento, col principale compito di portare ad esecuzione le determinazioni parlamentari). Entrambe le istituzioni, peraltro, presentano una sostanziale incertezza nelle effettive origini e nella vigenza con pienezza di funzioni, probabilmente riportabili al periodo della monarchia aragonese. Le stesse hanno altresì un ruolo centrale nella ripartizione ed esazione degli oneri fiscali e nella progettazione ed esecuzione delle opere di viabilità e di difesa.

Concretamente, Parlamenti e Deputazione del Regno costituiscono delle istituzioni complementari, sostanziale strumento delle politiche di difesa dei privilegi dei ceti egemoni del paese, rappresentati come “diritti della Nazione”.

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